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Il Piano Locale del Governo Aperto della città di Palermo

#OGPLocal Open Gov Local

Phase 3 of 4
Restituzione dei risultati 14/09/2021 - 21/09/2021
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Le forme della gestione condivisa dei beni comuni

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LE FORME DELLA GESTIONE CONDIVISA DEI BENI COMUNI

PROBLEMA

STATUS QUO

AZIONE

IN CHE MODO L’IMPEGNO CONTRIBUISCE A RISOLVERE IL PROBLEMA?

A QUALI OBIETTIVI DI LUNGO TERMINE, COERENTI CON QUELLI DESCRITTI NELLA VOSTRA OPEN GOVERNMENT STRATEGIC VISION, RISPONDE QUESTO IMPEGNO?

DI QUALI RISORSE AVETE BISOGNO PER REALIZZARE QUESTO IMPEGNO?

ALTRE INFORMAZIONI

LE FORME DELLA GESTIONE CONDIVISA DEI BENI COMUNI

TAVOLO DEMOCRAZIA PARTECIPATA

Tempistica
Data di apertura: 1 settembre 2021
Data di chiusura: 31 maggio 2022

PROBLEMA

Nell'ultimo decennio sempre più si è affermata ed è stata variamente codificata la nozione di gestione partecipativa dei Beni Comuni, anche se le pubbliche amministrazioni e gli enti locali faticano ad includere nuove forme di governo condiviso con le cittadinanze. Eppure sono molteplici le direttive Europee e delle nazioni Unite, le leggi nazionali e regionali che promuovono a livello dei governi locali la partecipazione civica come elemento fondante per fare avanzare, anche nella consapevolezza diffusa, politiche di promozione sociale ed ambientale che sempre più sono percepite come indissolubilmente legate.
Nel Comune di Palermo si riscontra un vuoto normativo che codifichi cosa si intenda per Beni Comuni, nonostante in questi anni – nello specifico durante le ultime due consiliature – il tema sia stato posto con forza da più punti di vista da innumerevoli soggetti dell'associazionismo e della società civile e la stessa Amministrazione abbia scelto di individuare una delega specifica alla Partecipazione ed avviato diversi momenti di confronto e di elaborazione specifica sul tema.
La Convenzione di Aarhus ratificata dall'Italia nel 2001, riconosce il diritto di ogni persona, nelle generazioni presenti e future, a vivere in un ambiente che ne assicuri salute e benessere, il diritto alla partecipazione ai processi decisionali, all’accesso alle informazioni e alla giustizia. L’architettura di questo modello di democrazia ambientale ruota attorno a tre pilastri fondamentali: l’accesso alle informazioni ambientali; la partecipazione del pubblico alle decisioni sull’ambiente; l’accesso alla giustizia.
Il Comune e gli enti che per conto dello stesso gestiscono i servizi che ineriscono l'ambiente, a partire dai servizi pubblici locali (Acqua, energia, rifiuti), ma anche trasporti, verde pubblico, qualità dell'aria, delle acque, e quanto inerisce la vivibilità e la resilienza, dovrebbero quindi assicurare forme di partecipazione ai processi decisionali.
Anche l'ambiente urbano e nello specifico i beni pubblici che fanno parte del patrimonio dell'ente locale sono entrati a far parte della definizione di Beni Comuni in quanto patrimonio di appartenenza collettiva; questi beni, immobili o spazi urbani che spesso sono sottoutilizzati o manutenuti con difficoltà dal Comune, possono trasformarsi da problemi in risorse da mettere a disposizione della cittadinanza attraverso una forma di regolamentazione che moltissime città italiane hanno adottato, partendo dal Regolamento Labsus per la gestione condivisa dei beni comuni, ognuna rimodulandolo secondo le proprie esigenze specifiche. Anche a Palermo nel 2018 Labsus ha presentato il Regolamento per i Beni Comuni, accolto favorevolmente sia dall'Amministrazione che dalle realtà associative; si è avviato un processo di discussione in forma partecipativa sui contenuti del Regolamento che alcune realtà hanno proposto in seduta pubblica alla Commissione consiliare competente ad esitare il testo da portare in Consiglio Comunale per la discussione ed approvazione di alcuni emendamenti. La discussione risulta ad oggi arenata in Commissione con il rischio concreto che il Regolamento non sia approvato in questa consiliatura.
La disaffezione dei cittadini alla cura dell'ambiente urbano ed il sottoutilizzo e/o l'abbandono di molti spazi del patrimonio comunale restano dunque un problema inaffrontato.

STATUS QUO

Il Comune di Palermo non ha ancora affrontato in maniera organica ed effettiva il tema della partecipazione della cittadinanza alla gestione dei Beni Comuni. Manca una discussione pubblica che aggreghi consenso e spinga l'approvazione del regolamento sui Beni Comuni anche al fine di abilitare la partecipazione ed il controllo civico sulle scelte ambientali strategiche delle società che gestisconoi servizi pubblici locali, di cui il Comune di Palermo è socio unico. Si evidenzia il fatto che la partecipazione stenta concretamente ancora a decollare per mancanza di alcuni presupposti come un chiaro quadro di regole e di conseguenza può sembrare che il coinvolgimento possa essere inteso dall'Ente come una cessione di sovranità piuttosto che come l'opportunità di un rafforzamento strategico della capacità di determinare politiche che ineriscono alla gestione condivisa dei Beni Comuni causando così valore aggiunto e crescita sociale tramite il contributo che i cittadini possono apportare nell'assumere insieme al Comune la responsabilità di una gestione condivisa e collaborativa di beni e servizi pubblici.

AZIONE

L'impegno richiesto al Comune riguarda l'approvazione del Regolamento per la gestione condivisa dei Beni Comuni in discussione nella commissione consiliare competente. Per favorire quest’approvazione si promuoverà una consultazione pubblica sugli emendamenti proposti al testo sulla base Labsus.
Una fase di discussione e consultazione pubblica infatti avrebbe il pregio di rivitalizzare la discussione sugli emendamenti già presentati nel 2019 e di accoglierne di nuovi; sottrarrebbe la discussione sul Regolamento alle dinamiche di eventuali contrapposizioni politiche per restituirlo al merito della necessità di implementare le forme di partecipazione civica nella pubblica amministrazione.
Attivare forme di gestione condivisa dei Beni Comuni, intesi come beni e servizi pubblici, implica una modifica dell'approccio che l'ente locale intrattiene con le/i cittadini: non solo erogatore di servizi ed esattore dei tributi connessi ma attivatore di processi di condivisione delle politiche che riguardano i settori che in maggior misura determinano poi la qualità della vita e delle relazioni di una comunità.
La gestione condivisa dei Beni Comuni necessita da parte dell'ente dell'effettivo riconoscimento del ruolo e del contributo che le/i cittadini possono apportare attraverso processi partecipativi diffusi al benessere della comunità, riconoscendo di conseguenza agli stessi la dignità di interlocutori accreditati all'interno di uno spazio civico riconosciuto e regolamentato, non episodico. Il Comune di Palermo ha riconosciuto questo ruolo alla cittadinanza attraverso il regolamento per l'istituzione delle Consulte approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 82 del 08/05/2014 attraverso il quale sono state istituite le Consulte delle Culture, della Pace, delle biciclette. In tale deliberazione si legge: “Il Comune di Palermo riconosce nella partecipazione dei cittadini e delle cittadine residenti, delle associazioni e dei gruppi portatori di interessi diffusi uno strumento fondamentale per implementare tutte le forme di democrazia partecipata, incluse anche la gestione oculata dei beni comuni, garantendone attraverso strumenti idonei, l’effettivo esercizio. A tal fine, ai sensi dell’art.13 dello Statuto, istituisce consulte tematiche con attenzione a tutte le problematiche sociali."
L'istituzione della Consulta permanente dei Beni Comuni e della partecipazione è strettamente connessa all'impegno richiesto di approvazione del Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni di cui la Consulta dovrebbe essere parte integrante e necessaria per allargare e rendere effettiva la partecipazione della cittadinanza anche in forma tematica e decentrata ai quartieri e alle circoscrizioni.

IN CHE MODO L’IMPEGNO CONTRIBUISCE A RISOLVERE IL PROBLEMA?

L'approvazione del regolamento sarebbe utile a togliere discrezionalità nell'utilizzo, o non utilizzo e nell'assegnazione dei beni pubblici creando un contesto di regole oggettive, misurabili, monitorabili e condivise, sottrarrebbe molti beni all'abbandono o al sottoutilizzo, consentirebbe un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nella cura e nella gestione condivisa degli spazi e dei beni pubblici generando un valore aggiunto di crescita sociale e culturale. La contestuale istituzione della Consulta dei Beni Comuni della partecipazione costituirebbe lo spazio civico che affiancherebbe l'Amministrazione nel favorire, valutare e monitorare i patti di collaborazione nella massima trasparenza, informazione diffusa e pubblicità. Avrebbe inoltre il ruolo fondamentale di attivare percorsi di partecipazione diffusa anche per quanto riguarda tutti gli altri temi legati all'ambiente. Gliambiti di intervento riguarderebbero inoltre l'inclusione sociale attraverso l'uso condiviso e partecipativo degli spazi pubblici rivolto all'auto produzione di servizi alla comunità, e la normazione di uno spazio civico definito nel quale le materie che ineriscono l'ambiente e la vivibilità troverebbe una definizione e una capacità di collaborazione con l'Ente non episodica ma istituzionalizzata.

A QUALI OBIETTIVI DI LUNGO TERMINE, COERENTI CON QUELLI DESCRITTI NELLA VOSTRA OPEN GOVERNMENT STRATEGIC VISION, RISPONDE QUESTO IMPEGNO?

L’impegno garantisce un aumento delle dimensioni di partecipazione e collaborazione e inoltre mette a disposizione risorse materiali e immateriali per la sperimentazione concreta di queste forme di collaborazione.

DI QUALI RISORSE AVETE BISOGNO PER REALIZZARE QUESTO IMPEGNO?

ll contributo della società civile e di altre organizzazioni civiche e ambientaliste è fondamentale per l'avvio di una fase partecipativa nella gestione dei Beni Comuni, in considerazione del fatto che il ruolo delle organizzazioni già sensibili ai temi in oggetto possono svolgere un ruolo trainante nell'ampliare il bacino di cittadinanza non attiva – apatica e disinteressata a causa dello scarso coinvolgimento – ma certamente attivabile se si creano le condizioni abilitanti per la partecipazione diffusa ai processi decisionali. Parimenti sarebbe importante che si creasse e formasse uno staff all'interno dell'assessorato alla Partecipazione in grado di relazionarsi e condividere un percorso di collaborazione tra cittadini ed Amministrazione.
Le risorse per quanto riguarda l'approvazione del Regolamento sulla gestione condivisa dei Beni Comuni sono i beni pubblici già nella disponibilità del patrimonio e gli eventuali sostegni che l'amministrazione potrà concedere se li riterrà opportuni nell'ambito dei patti di collaborazione. Per quanto riguarda l'istituzione della Consulta dei Beni Comuni e della partecipazione l'individuazione di un luogo fisico nella disponibilità del Comune quale sede della Consulta.
Le risorse per l'approvazione del Regolamento e per l'istituzione della Consulta sono risorse immateriali che riguardano esclusivamente la disponibilità politica ad intraprendere un percorso di allargamento della partecipazione civica alla gestione condivisa dei Beni Comuni.

ALTRE INFORMAZIONI

Ambiti di intervento primari
Spazio civico, governance normativa

Settore primario
Pianificazione dello spazio pubblico e del territorio;

Rispetto a quale valore OGP questo impegno è importante?
Partecipazione pubblica e inclusione

Ulteriori informazioni
collegamento con SDG 16 in particolare: 16.6 Sviluppare a tutti i livelli istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti; 16.7 Garantire un processo decisionale responsabile, aperto a tutti, partecipativo e rappresentativo a tutti i livelli

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