Partecipazione per la qualità delle opere pubbliche
Il dibattito pubblico come strumento di ascolto dei cittadini nella progettazione delle grandi opere pubbliche
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Nella sezione Risorse di questa Area di lavoro sono stati appena condivisi quattro nuovi articoli molto interessanti:
- "La funzione democratica della partecipazione al procedimento: alcune considerazioni a partire dalle recenti riforme in materia di dibattito pubblico", uscito sulla rivista Federalismi.it;
- "Dibattito pubblico: genesi, stato dell’arte, benefici e criticità", uscito su Strade&Autostrade;
- "Il dibattito pubblico alla prova della riforma del codice degli appalti", uscito su Urbanistica Informazioni;
- "Cittadini, dibattiti pubblici e legittimazione procedurale. Un early assessment dei dibattiti realizzati nel contesto del PNRR", uscito su Studi Politici.
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5 commenti
PARADOSSALE che il "proponente pubblico" di turno debba "ingentilire" al pubblico coinvolto e partecipante, nella forma del REALE CONTRIBUENTE e FRUITORE a lungo termine dell'opera, i propri desiderata già precostituiti e resi cogenti altrove...Quale qualità e legittimizione effettivamente TERZA?
Concordo con Sgr_PDI ci sono molte cose non corrette e che non vanno.
Li riassumo in questi punti.
1. L'opzione di non fare l'opera è esclusa in partenza e che quindi in ogni caso il cittadino la dovrà subire per forza per volontà politica , rischiando pure di alimentare proteste con conseguenze per ordine pubblico.
2. Si dice il conseguimento di questa legittimazione , comporta, come necessaria conseguenza, il consenso della popolazione coinvolta nell'opera alla sua realizzazione. Quindi il solo dibattito pubblico in se delegittima l'opera operando cosi una presa in giro per il volere del cittadino e una stortura dicendo di fatto che il solo mettere in campo il Dibattito pubblico la rende legittima. Sarà anche cosi dal punto di vista legale ma non lo è a livello di principi democratici.
3.La partecipazione implica che ci deve essere consenso non che la mera partecipazione genera consenso.
Visto che si dice che si è legittimati al proseguimento di un'opera solo per aver svolto Dibattito pubblico , ma se partecipassero al dibattito 10 cittadini solo come si fa a ritenere di avervi consenso?. E' proprio per queste ragioni che i cittadini non partecipano ,oltre a non esserne informati in maniera chiara semplice di ogni aspetto.
Si dice pure che il Governo ha limitato dal 2016 il Dibattito pubblico di un'opera con la scusa dei tempi della velocità. Ma che senso ha farlo allora se è limitato?. Eh non è meglio avere opere condivise concordate che invece opere fatte per la fretta di spendere i soldi magari per il Pnnr?.
Concludo dicendo che non è corretto dire sul Bypass ferroviario di Trento che prescrizioni fondamentali sono state accolte dei cittadini poichè la Circoscrizione è contraria all'opera e anche la Rete dei cittadini e avevano pure previsto un tracciato alternativo in destra Adige se proprio si voleva fare l'opera. E l'opera è stata definanziata dal Pnnr . Come si ritiene possa andare avanti senza i soldi del Pnnr e visti gli alti costi?. Non si rischia un cantiere di 50 anni con conseguenze ?. E I rischi idrogeologici ambientali e delle falde acquifere?. E le Aree inquinate della Sloi come si pensa di bonificarle?. Con questi esempi come si fa a dire che questa opera serve per la strategia per l'ambiente ?.
E infine altre criticità dell'opera. Il trasporto merci sulla ferrovia storica può trasportare 30 milioni di tonnellate e attualmente ne trasporta meno della metà.
Perchè il governo italiano stanzia 5 milioni di euro per sovvenzionare il settore dell’autotrasporto, che è responsabile di oltre il 70% delle emissioni di gas ad effetto serra generato dai trasporti? Quando lo stesso Ministero della Transizione Ecologica classifica le sovvenzioni sul carburante per il trasporto su gomma come SAD (Sussidi Ambientalmente Dannosi), mentre dovrebbero essere sovvenzionate le politiche SAF (Sussidi Ambientalmente Favorevoli), come il trasporto su ferrovia.
In Italia il traffico merci su strada nel 2009 era pari a 1.469 milioni di tonnellate, mentre nel 2018 raggiungeva i 920,7 milioni di tonnellate. Non corrisponde dunque al vero affermare che il trasporto su strada aumenta di anno in anno e di conseguenza è una falsità sostenere la necessità di nuove infrastrutture.
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