Verso una piena inclusione delle persone con disabilità
#disabilità Contributi, proposte e best practices per la piena inclusione delle persone con disabilità
Fase 3 – Conferenza nazionale e relazione conclusiva trasmessa al Parlamento
13/12/2021 - 13/03/2022
Fasi del processo
Verso una piena inclusione delle persone con disabilità “invisibile” parte IV- in classe
- Emergente e preoccupante il tema della mancata inclusione degli alunni con ADHD. Di recente un articolo comparso sulla rivista “superando” sottolineava che “l’inclusione riguarda anche chi rompe” e che ci sono degli alunni con disabilità per i quali il diritto all’inclusione scolastica viene ancora oggi, troppo spesso, messo in discussione. Parliamo dei bambini come i nostri con problemi di comportamento, quelli che non stanno fermi e non rispettano le regole, quelli che “rompono”, che ogni giorno provocano e mettono in crisi gli insegnanti, creando tensioni con i compagni. Ma anche quelli che più di tutti hanno bisogno di aiuto oltre ad aver pieno diritto di andare a scuola, perché proprio attraverso il contatto quotidiano con gli altri bambini, in un contesto educativo efficace, possono superare le loro difficoltà di relazione. Diciamo che nessuno si sognerebbe di cacciare da scuola un bambino con la sindrome di Down, di limitare la frequenza a un alunno non vedente, di chiamare i genitori per venire a prendere il bambino sordo se mostra segni di insofferenza. Eppure queste e molte altre pratiche “esclusive”(nel senso, ovviamente, di opposte a “inclusive”) sono molto diffuse nelle scuole quando la disabilità, o il disturbo, in questione è di tipo comportamentale (INVISIBILE AI PIU’), anche se regolarmente certificato e con risorse specifiche di sostegno o personale educativo all’uopo dedicato. Frequentissima, ad esempio, è la pratica di chiamare i genitori a scuola, imponendo loro di portarsi a casa il bambino che non sanno tenere, ma pretendendo, a livello formale, che il genitore firmi una richiesta di permesso di uscita anticipata, che poi la scuola “benevolmente” concede.Tutto ciò riporta alla necessità di una formazione obbligatoria sui disturbi del comportamento per tutto il personale docente, non solo quello adibito al sostegno, perché è fondamentale che l’inclusione si “faccia in classe”
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