Verso una piena inclusione delle persone con disabilità
#disabilità Contributi, proposte e best practices per la piena inclusione delle persone con disabilità
Fase 3 – Conferenza nazionale e relazione conclusiva trasmessa al Parlamento
13/12/2021 - 13/03/2022
Fasi del processo
Ricerca Scientifica per Disabili
Sono Diego Messana, affetto da paraparesi da parto. Ho lavorato nel campo della ricerca scientifica, in ambienti stimolanti. Ho conseguito il dottorato di ricerca in Scienze Chimiche presso l’Università di Palermo e ho lavorato come post-doc presso l’ITM-CNR di Cosenza.
I disabili hanno diritto di potersi realizzare in un campo che serenamente ne esalti capacità e competenze. Il celebre astrofisico Stephen Hawking, nonostante una grave disabilità, ha donato tanto alla scienza.
Il campo della ricerca è altamente competitivo e attualmente l’Italia non risulta tra gli Stati che più vi investono. Ad un ricercatore sono richiesti impegno mentale e fisico per molte ore al giorno. E’ richiesta una flessibilità per anni con la disponibilità di lavorare all’estero; con l’obbiettivo del maggior numero possibile di pubblicazioni di alto livello.
Un disabile incontra maggiori difficoltà in ogni lavoro, dovendo investire energie e fatica per recarsi sul luogo di lavoro, superando probabili barriere architettoniche. Sicuramente egli utilizza maggiori energie e tempo rispetto ai colleghi, poiché il muoversi stesso risulta una difficoltà. Per un disabile l’idea di lavorare per lunghi periodi in paesi esteri richiede davvero coraggio, con l’incognita del dispendio di energie per l’impresa. Nella selva di difficoltà tenere il passo del curriculum di una persona normodotata è arduo.
Chiedo che vengano riservate posizioni di ricercatore per persone meritevoli aventi disabilità fisiche. Auspico che la competizione sui titoli possa avvenire tra persone disabili e chiedo che con impegno si continuino ad abbattere le barriere architettoniche. Mi auguro che all’interno della nostra Comunità Europea si possano trovare accordi per favorire esperienze formative in paesi esteri anche per le persone con disabilità, in piena sicurezza, con un tutor che possa aiutare a superare le iniziali difficoltà, evitando superfluo dispendio di energie.
I disabili hanno diritto di potersi realizzare in un campo che serenamente ne esalti capacità e competenze. Il celebre astrofisico Stephen Hawking, nonostante una grave disabilità, ha donato tanto alla scienza.
Il campo della ricerca è altamente competitivo e attualmente l’Italia non risulta tra gli Stati che più vi investono. Ad un ricercatore sono richiesti impegno mentale e fisico per molte ore al giorno. E’ richiesta una flessibilità per anni con la disponibilità di lavorare all’estero; con l’obbiettivo del maggior numero possibile di pubblicazioni di alto livello.
Un disabile incontra maggiori difficoltà in ogni lavoro, dovendo investire energie e fatica per recarsi sul luogo di lavoro, superando probabili barriere architettoniche. Sicuramente egli utilizza maggiori energie e tempo rispetto ai colleghi, poiché il muoversi stesso risulta una difficoltà. Per un disabile l’idea di lavorare per lunghi periodi in paesi esteri richiede davvero coraggio, con l’incognita del dispendio di energie per l’impresa. Nella selva di difficoltà tenere il passo del curriculum di una persona normodotata è arduo.
Chiedo che vengano riservate posizioni di ricercatore per persone meritevoli aventi disabilità fisiche. Auspico che la competizione sui titoli possa avvenire tra persone disabili e chiedo che con impegno si continuino ad abbattere le barriere architettoniche. Mi auguro che all’interno della nostra Comunità Europea si possano trovare accordi per favorire esperienze formative in paesi esteri anche per le persone con disabilità, in piena sicurezza, con un tutor che possa aiutare a superare le iniziali difficoltà, evitando superfluo dispendio di energie.
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