Verso una piena inclusione delle persone con disabilità
#disabilità Contributi, proposte e best practices per la piena inclusione delle persone con disabilità
Fase 3 – Conferenza nazionale e relazione conclusiva trasmessa al Parlamento
13/12/2021 - 13/03/2022
Fasi del processo
Servizio per le Transizioni
E' evidente la presenza sempre più importante di persone con disabilità intellettiva (DI) e disturbi dello spettro autistico (DSA) per le quali è necessario immaginare e costruire percorsi e progetti per sostenere le loro potenzialità di sviluppo, le loro ambizioni ad una vita di comunità, le loro attese di una buona Qualità di Vita.
La capacità di articolare risposte più complesse ed impegnative si rende particolarmente evidente in alcuni momenti della traiettoria di sviluppo della persona, che si usano definire come “transizioni evolutive”: formazione post scuola secondaria, formazione professionale, integrazione lavorativa, abitare e vita indipendente, vita sociale e di comunità.
Il modello organizzativo dovrebbe prevedere un equipe territoriale formata da psichiatri, psicologi, educatori, assistenti sociali, impegnati nella definizione di progetti personalizzati di transizione mediante:
- Valutazione accurata sul piano psicologico, educativo e sociale;
- Attivazione di consulenze psichiatriche, neurologiche e specialistiche in genere, attraverso l’attivazione della rete dei servizi sanitari aziendali;
- Progettazione personalizzata
- Individuazione degli interventi più appropriati da sviluppare in una prospettiva di medio – lungo periodo
- Negoziazione degli interventi e dei sostegni con la rete dei servizi pubblici e quelli affidati al Terzo settore;
- Definizione del budget personale di progetto, con monitoraggio e valutazione degli esiti nel tempo.
La capacità di articolare risposte più complesse ed impegnative si rende particolarmente evidente in alcuni momenti della traiettoria di sviluppo della persona, che si usano definire come “transizioni evolutive”: formazione post scuola secondaria, formazione professionale, integrazione lavorativa, abitare e vita indipendente, vita sociale e di comunità.
Il modello organizzativo dovrebbe prevedere un equipe territoriale formata da psichiatri, psicologi, educatori, assistenti sociali, impegnati nella definizione di progetti personalizzati di transizione mediante:
- Valutazione accurata sul piano psicologico, educativo e sociale;
- Attivazione di consulenze psichiatriche, neurologiche e specialistiche in genere, attraverso l’attivazione della rete dei servizi sanitari aziendali;
- Progettazione personalizzata
- Individuazione degli interventi più appropriati da sviluppare in una prospettiva di medio – lungo periodo
- Negoziazione degli interventi e dei sostegni con la rete dei servizi pubblici e quelli affidati al Terzo settore;
- Definizione del budget personale di progetto, con monitoraggio e valutazione degli esiti nel tempo.
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