Verso una piena inclusione delle persone con disabilità
#disabilità Contributi, proposte e best practices per la piena inclusione delle persone con disabilità
Fase 3 – Conferenza nazionale e relazione conclusiva trasmessa al Parlamento
13/12/2021 - 13/03/2022
Fasi del processo
Progettare il cambiamento dei Centri Diurni per migliorare la Qualità della Vita delle persone con disabilità
Per garantire la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita sociale in linea con i diritti espressi dall'ONU si deve affrontare una seria modifica alla Presa in Carico della persona con disabilità dopo i 18 anni da parte in primis dell'equipe dell'Ulss di riferimento che dovrebbe concertare il Progetto Individuale e Progetto di vita insieme alla famiglia e agli attori che appartengono al territorio. Manca totalmente un collegamento tra Neuropsichiatria Infantile custode della storia pregressa della persona con disabilità e Servizi per l'età Adulta che si occupa ormai di stilare presentazioni ai Ceod attraverso un copia incolla uniformante. Il Progetto indistintamente dall'età(18-65)è per tutti gli utenti Ceod "MANTENIMENTO DELLE CAPACITA'" senza che nessuno sappia e abbia riflettuto su quelle capacità, che comunque sono solo una parte di quello che compone la Qualità della Vita.Resistono all'interno di questi contenitori indistinti attività di pura assistenza, senza alcun obiettivo che renda la vita capace di uno slancio di cambiamento. Nel nostro territorio le Ulss si chiedono come i genitori non considerino più i Centri Diurni dei posti tranquillizanti come lo erano un tempo e spingono i ragazzi degli ultimi anni delle superiori ad abbandonare la scuola, quella scuola dentro la quale hanno sofferto insieme alla loro famiglia per ottenere quel poco di attenzione da parte della comunità "normodotata" per occupare ora un tempo senza progettazione L'età media degli utenti è di 50 anni e un ragazzo di 20 che entra con disturbi dello spettro autistico è pressochè abbandonato a sè stesso e alla propria capacità di resilienza.Ecco è necessario rivoluzionare il modo in cui si guarda ai Centri Diurni per pensarli come Università della vita, dove le cose che si fanno mettono un tassello in più sull'investimento al futuro.Il cambiamento deve avvenire anche a partire da qui se veramente si vogliono tutelari i diritti, senza mettere la polvere sotto al tappeto
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