Verso il nuovo Piano nazionale per la famiglia
#PianoNazionaleFamiglia Raccolta di contributi, commenti e suggerimenti
Fase 6 - Report sui Commenti allo Schema di Piano Nazionale per la Famiglia
19/07/2022 - 31/07/2022
Fasi del processo
Inverno demografico: le culle per la vita
La legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale affinché sia assicurata l’assistenza e la sua tutela giuridica (DPR 396/2000, art. 30, comma 2). Per il parto in anonimato va attivata una rete di sostegno che attualmente non c’è: le madri segrete sono spesso giovanissime e con alle spalle vicende familiari e vissuti personali faticosi. Le culle per la vita sono una importante forma di prevenzione dell'aborto e di tutela del nascituro, oggi poco diffuse e non conosciute sebbene siano un servizio fondamentale che va incontro alla mamma in difficoltà in uno dei momenti più delicati della sua vita: quando deve decidere se far nascere o meno il proprio figlio dandogli la speranza, nell’abbandono, della vita.
Non ci risulta ci siano dati nazionali sulle oltre 50 culle per la vita oggi funzionanti in Italia e nulla che diffonda la conoscenza di queste singole realtà. Nel 2015, nel sud est milanese, Ai.Bi. ha attivato la culla per la vita che porta il nome significativo di “Chioccia”. Anche sul fenomeno dell'abbandono alla nascita esistono solo stime. Come infatti riporta un comunicato stampa della Società italiana di Neonatologia del 2012, sono circa 3mila l'anno i neonati abbandonati e ritrovati (soprattutto vivi, ma anche morti): il 73% è figlio di italiane, il 27% di immigrate, prevalentemente tra i 20 e 40 anni; le minorenni risultano solo il 6%; di questi abbandoni circa 400 l'anno, ancora troppo pochi, avvengono in ospedale (cfr. https://www.neonatologia.it/ ). I dati andrebbero forse anche incrociati con quelli sulle interruzioni volontarie di gravidanza.
Ai.Bi. propone un impegno del Governo nelle 3 direzioni:
1. monitoraggio attuale dei dati
2. sensibilizzazione e promozione delle culle per la vita nei consultori e nei centri per le famiglie;
3. supporto al privato sociale qualificato che può mettere a disposizione competenze e radicamento sui territori anche per l'attuazione di questa rete.
Non ci risulta ci siano dati nazionali sulle oltre 50 culle per la vita oggi funzionanti in Italia e nulla che diffonda la conoscenza di queste singole realtà. Nel 2015, nel sud est milanese, Ai.Bi. ha attivato la culla per la vita che porta il nome significativo di “Chioccia”. Anche sul fenomeno dell'abbandono alla nascita esistono solo stime. Come infatti riporta un comunicato stampa della Società italiana di Neonatologia del 2012, sono circa 3mila l'anno i neonati abbandonati e ritrovati (soprattutto vivi, ma anche morti): il 73% è figlio di italiane, il 27% di immigrate, prevalentemente tra i 20 e 40 anni; le minorenni risultano solo il 6%; di questi abbandoni circa 400 l'anno, ancora troppo pochi, avvengono in ospedale (cfr. https://www.neonatologia.it/ ). I dati andrebbero forse anche incrociati con quelli sulle interruzioni volontarie di gravidanza.
Ai.Bi. propone un impegno del Governo nelle 3 direzioni:
1. monitoraggio attuale dei dati
2. sensibilizzazione e promozione delle culle per la vita nei consultori e nei centri per le famiglie;
3. supporto al privato sociale qualificato che può mettere a disposizione competenze e radicamento sui territori anche per l'attuazione di questa rete.
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