Co-creazione delle Linee guida nazionali per la partecipazione
Percorso partecipativo per individuare standard minimi di qualità e definire un quadro condiviso nazionale per migliorare la partecipazione pubblica in Italia
Capitolo 1 - Introduzione
In questo capitolo sono riportati i principali elementi di contesto nel quale nascono le Linee guida, nell’ambito del 6° Piano d’azione del Governo aperto dell’Italia.
- le Linee guida costituiscono un quadro co-creato di riferimento a livello nazionale, individuando criteri minimi di qualità volti a migliorare la qualità dei processi partecipativi, a partire dalla Carta della partecipazione
- il risultato atteso è la "diffusione e applicazione delle Linee guida da parte delle amministrazioni nei processi di definizione delle politiche pubbliche"
- rispondono alle Raccomandazioni EU sulla partecipazione dei cittadini “Gli Stati membri dovrebbero promuovere e agevolare un quadro che permetta ai cittadini e alle organizzazioni della società civile di partecipare ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche ("quadro di partecipazione") e provvedere affinché detto quadro sia attuato conformemente agli orientamenti della presente raccomandazione”
- possono avere la funzione di "testo unico" raccogliendo alcuni indirizzi partecipativi di normative e linee guida già esistenti e chiarendo termini utilizzati.
Che cosa manca? Cosa si potrebbe tenere fuori o spostare altrove?
Puoi condividere il tuo contributo scrivendo nei commenti qui sotto.
Ti chiediamo di seguire queste 3 semplici indicazioni:
- Rispetta gli interlocutori: usa un linguaggio cortese e rispettoso delle idee di tutte e tutti i partecipanti alla discussione.
- Rimani sul tema: contribuisci con commenti pertinenti e utili al tema in questione.
- Leggi prima di commentare: altre persone potrebbero avere condiviso un commento simile al tuo. Leggi gli altri contributi e se lo desideri rispondi.
Il tuo commento è pubblico e sarà visibile a tutti i visitatori.
Segnala un problema
Questo contenuto è inappropriato?
Chiudi dibattito
Qual è la sintesi o la conclusione di questo dibattito?
9 commenti
Forse potrebbe essere utile aggiungere nell’introduzione:
Un accenno alle principali forme di partecipazione (consultiva, deliberativa, co-decisiva).
Una breve nota sull'importanza di queste Linee guida per rispondere alle sfide attuali, come il miglioramento della qualità democratica e la riduzione della distanza tra cittadini e istituzioni.
Premessa
La nostra attenata ed accurata analisi sull'attuale proposta di LG nasce dall’esigenza di ripensare il concetto di partecipazione nei processi di governance, a partire dall’esperienza di Formez, Partecipa, Hub Partecipazione e altre iniziative. Un tema centrale è il calo di adesione dei cittadini alle attuali modalità partecipative, come evidenziato anche a livello internazionale, ad esempio nell’evento _"DéCider ENSEMBLE"_ di Strasburgo (17-21 marzo 2025).
Le esperienze sviluppate mostrano che i percorsi consultivi spesso faticano a garantire un coinvolgimento diffuso e continuativo. In questo senso, il modello dei bilanci partecipativi adottato, ad esempio, dal Comune di Vignola rappresenta un esempio concreto di come le amministrazioni possano rendere la partecipazione più inclusiva e accessibile, prevedendo strumenti come il voto vincolante dei cittadini sulle decisioni trattate.
L’obiettivo di questo documento, pertanto, deve essere, per noi, quello di promuovere modelli che trasformino la partecipazione in un elemento stabile della governance locale, superando la logica dei gruppi ristretti e garantendo che le scelte della cittadinanza abbiano un impatto reale sulle decisioni pubbliche.
Possiamo prendere spunto dal capitolo in cui si plaude all’esperienza di collaborazione pubblico-privato che ha generato un rapporto positivo tra le parti. Questo esempio dimostra come l’utilizzo di strumenti partecipativi, se applicato in modo collaborativo e con processi decisionali condivisi, possa estendersi su larga scala a molteplici situazioni che coinvolga e valorissi effettivamente e più efficacemente la partecipazione di ogni singolo cittadino, ovvero tradotta nella migliore accezione del suo Diritto alla Partecipazione pubblica.
In buona sostanza, l'"essenza chiave" di una Partecipazione pubblica deve essere necessariamente legata al risultato decisionale derivante da strumenti partecipativi, non solo in termini di mero "momento di consultazione", bensè secondo una prassi consolidata che può essere applicata sistematicamente per garantire una governance più aperta e inclusiva. In questo senso, il concetto di "bene pubblico comune" può essere ampliato fino a includere anche le risorse finanziarie presenti nei bilanci delle amministrazioni pubbliche, che possono essere oggetto di gestione condivisa in tutto o in parte.
Premessa
Questa analisi nasce dall’esigenza di ripensare il concetto di partecipazione nei processi di governance, a partire dall’esperienza di Formez, Partecipa, Hub Partecipazione e altre iniziative. Un tema centrale è il calo di adesione dei cittadini alle attuali modalità partecipative, come evidenziato anche a livello internazionale, ad esempio nell’evento _"DéCider ENSEMBLE"_ di Strasburgo (17-21 marzo 2025).
Le esperienze sviluppate mostrano che i percorsi consultivi spesso faticano a garantire un coinvolgimento diffuso e continuativo. In questo senso, il modello dei bilanci partecipativi adottato a Vignola rappresenta un esempio concreto di come le amministrazioni possano rendere la partecipazione più inclusiva e accessibile, prevedendo strumenti come il voto vincolante dei cittadini sulle decisioni trattate.
L’obiettivo di questo documento è promuovere modelli che trasformino la partecipazione in un elemento stabile della governance locale, superando la logica dei gruppi ristretti e garantendo che le scelte della cittadinanza abbiano un impatto reale sulle decisioni pubbliche.
Capitolo 1 - Introduzione
Possiamo prendere spunto dal capitolo in cui si plaude all’esperienza di collaborazione pubblico-privato che ha generato un rapporto positivo tra le parti. Questo esempio dimostra come l’utilizzo di strumenti partecipativi, se applicato in modo collaborativo e con processi decisionali condivisi, possa estendersi su larga scala a molteplici situazioni che coinvolgono i cittadini.
L’idea chiave è che il risultato decisionale derivante da strumenti partecipativi non sia solo un momento di consultazione, ma una prassi consolidata che può essere applicata sistematicamente per garantire una governance più aperta e inclusiva. In questo senso, il concetto di "bene pubblico comune" può essere ampliato fino a includere anche le risorse finanziarie presenti nei bilanci delle amministrazioni pubbliche, che possono essere oggetto di gestione condivisa in tutto o in parte.
Sto caricando i commenti ...