Qualità della partecipazione pubblica
Principi e strumenti per realizzare processi partecipativi efficaci e inclusivi
Promuovere le competenze dell'Esperto/a di processi partecipativi
Nel primo incontro dell'Area di lavoro, i partecipanti hanno proposto di approfondire il profilo del "Tecnico delle attività di progettazione, gestione e facilitazione di processi partecipativi" esistente nel sistema di Qualificazione delle competenze di 4 Regioni e nell’Atlante del Lavoro, aggiornandolo e divulgandolo perché diventi la base su cui iniziare a immaginare una figura di “esperto della gestione di processi partecipativi” interna alla PA. Cosa ne pensi di questa proposta?
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11 commenti
Assolutamente d'accordo!!! La regione Marche nel lontano 2017, nell'ambito dei PIL, ha attivato il primo corso di formazione dei facilitatori dei processi partecipativi. Un corso di 100 ore, un esame di qualifica ed un inserimento in un albo regionale, mai più aggiornato. Si qualificarono mi pare in cinquanta ma credo che oggi l'80% di questi professionisti faccia tutt'altro. E' necessario quindi che questo percorso formativo ormai facilmente progettabile dia la possibilità a molti giovani universitari ma anche ad amministratori sensibili e funzionari pubblici di conseguire questa preparazione e metterla a disposizione delle comunità locali.
Un esperto, nella sua natura di "elevata neutralità", dovrebbe essere certificato e certificabile da un Ente Terzo, e magari riconsociuto secondo uno STANDARD INTERNAZIONALE, tipo ISO, IEC....
Conversazioni con Assemblee tematiche nel Comune di Leverano
Preferisco senz'altro la definizione di "esperto", piuttosto che quella di "tecnico", in quanto le competenze messe in gioco nei processi partecipativi (es. capacità di ascolto attivo, mediazione, empatia) non sono certamente circoscrivibili all'area professionale tecnica. Come definizione, volendo in particolare comprendere e rendere esplicita la competenza dell'Esperto anche quale potenziale e distinto "Garante del processo partecipativo" (oltreché progettista, gestore e facilitatore), suggerirei: "Esperto delle attività di progettazione, gestione, facilitazione e valutazione dei processi partecipativi".
Ok...ma chi certificherebbe queste "expertise"?
Dato che la materia è normata da leggi regionali, al momento l'unica possibilità è l'istituzione di albi regionali; in tal caso si potrebbe legare la concessione dei finanziamenti regionali alla necessità di coinvolgimento di almeno un iscritto all'albo.
In tale sede verrebbero conseguentemente specificati i requisiti per richiedere l'inserimento di un nominativo all'interno del singolo albo regionale, auspicando una progressiva omogeneizzazione dei requisiti tra le diverse regioni.
Conversazioni con Chiara Pignaris - Aip2
Esiste già in 4 regioni (Toscana, Puglia, Calabria e Campania) e nell'Atlante del Lavoro un profilo professionale specifico, quindi gli esperti interessati ad avere la certificazione delle proprie competenze potrebbero richiederla:
https://atlantelavoro.inapp.org/dettaglio_profilo.php?id_profilo=2989
Il link purtroppo non funziona...ma queste Regioni poi vi hanno attinto effettivamente?...se ne può sapere di più in merito?
provi a vedere se riesce a scaricare la scheda a questo link: https://www.regione.calabria.it/website/portalmedia/userfiles/file/18_010.pdf
Purtroppo le schede non sono mai state utilizzate, perchè il sistema delle certificazioni è tutto cambiato e le Regioni hanno impiegato tempo per adeguarsi... Un gruppo di esperti delle associazioni AIP2 e IAF stanno aggiornando la scheda e contano di finire entro fine 2024, coinvolgendo le Regioni.
ma quindi c'è bisogno di quanlche Ente di Formazione riconosciuto ne faccia acquisire la Qualfica per conto della Regione, o sbaglio?
In Toscana bisogna rivolgersi ad un Centro per l’Impiego, che gestisce le fasi di messa in trasparenza e validazione delle competenze acquisite. Se, a seguito della validazione, si verificano le condizioni per attivare la fase di certificazione, viene attivata una Commissione nominata dall'Amministrazione Regionale, composta da certificatori ed esperti del settore degli elenchi regionali, che sottoporrà il candidato ad un esame. Gli enti di formazione possono erogare corsi di formazione che rilasciano la certificazione ma credo che l'esame finale debba sempre essere svolto dalla commissione regionale.
Mi pare una procedura troppo macchinosa e per cui l'Ente Regionale potrebbe risultare in una posizione di conflitto d'interessi, non rappresentando un Ente Terzo in ottica e prospettiva di neutralità sul Dibattito Pubblico, per come emerso già in occasione e verifica di alcune esperienze in tal senso.
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