Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale
Per una trasformazione digitale dell’ecosistema culturale
L’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library nasce con l’obiettivo di coordinare e promuovere i programmi di digitalizzazione del patrimonio culturale del Ministero della Cultura (articoli 33 e 35 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 169 del 2 dicembre 2019).
Il Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale (PND) vuole cogliere l'opportunità offerta dal digitale per creare un ecosistema della cultura capace di incrementare la domanda potenziale e ampliare l’accessibilità per diversi segmenti di pubblico.
Per raggiungere questo obiettivo è necessaria una evoluzione dei sistemi con cui operare nell’ambiente digitale. Bisogna, cioè, dotarsi di strategie che armonizzino la dimensione culturale con quella manageriale e tecnologica con lo scopo di determinare un cambiamento della visione, una verifica e un’innovazione sia dei processi interni sia di quelli rivolti all’utenza esterna.
Frutto di un processo di condivisione e confronto con diverse istituzioni culturali, la prima versione del PND intende delineare un quadro teorico e metodologico, che orienti gli istituti della cultura e che faciliti la creazione del contesto culturale, tecnico e scientifico necessario all'attuazione della trasformazione digitale.
Le azioni strategiche individuate nel Piano verranno attuate mediante le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in riferimento all’investimento M1C3 1.1 «Strategie e piattaforme digitale per il patrimonio culturale».
AREE TEMATICHE
Il Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale (PND)
Il Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale costituisce la visione strategica con la quale il Ministero della Cultura intende promuovere e organizzare il processo di trasformazione digitale nel quinquennio 2022-2026 e il contesto strategico e metodologico di riferimento per la realizzazione degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). È il frutto di un processo di condivisione e confronto con diverse istituzioni culturali e può, per questo, rappresentare un riferimento metodologico e operativo per tutti gli istituti della cultura, pubblici e privati, che si riconoscono nei valori enunciati.
Il PND è articolato in tre sezioni, tra loro collegate in una dimensione di processo:
- la visione, che prefigura la trasformazione e le opportunità del cambiamento, indicando gli obiettivi a lungo termine (cap.1);
- la strategia, che definisce il percorso per implementare e conseguire gli obiettivi (cap. 2);
- le linee guida, quali strumenti operativi che supportano la pianificazione e l'esecuzione delle attività legate alla digitalizzazione del patrimonio e alla trasformazione digitale dei luoghi della cultura (cap. 3).
La sezione delle Linee guida si articola in una serie di allegati tecnici, ciascuno dei quali approfondisce uno specifico aspetto delle pratiche di digitalizzazione. Gli strumenti del PND definiscono approcci e procedure, fornendo riferimenti informativi e non prescrittivi:
- 1. Linee guida per la digitalizzazione del patrimonio culturale. La linea guida definisce gli approcci e le procedure per la creazione, la metadatazione e la conservazione degli oggetti digitali. Il documento, dal carattere informativo e non prescrittivo, fornisce una base metodologica e tecnica al personale che negli istituti culturali segue la progettazione e la gestione dei progetti di digitalizzazione. Queste linee guida offrono schemi processuali e modelli operativi utili per impostare progetti di digitalizzazione efficaci, efficienti e organizzati, creando dati di qualità allineati ai più aggiornati standard nazionali e internazionali, in grado di assicurarne l’interoperabilità e la longevità.
- 2. Linee guida per la redazione del Piano di gestione dei dati. Il documento ha l’obiettivo di definire il percorso per costruire piani di gestione dei dati (Data Management Plan) che specifichino come descrivere, analizzare, archiviare, condividere e conservare i dati dei progetti di digitalizzazione del patrimonio culturale e delle banche date esistenti. Le linee guida comprendono esempi e suggeriscono buone pratiche nel campo dei dati aperti, fornendo spunti fondamentali sugli Open Data (espressi in forma di FAQ) che possono essere utilizzati da parte degli istituti di tutela per strutturare la pubblicazione di dati aperti. Il documento riporta, inoltre, i principali riferimenti normativi italiani ed europei che disciplinano l’uso e l’applicazione delle licenze aperte, con particolare attenzione alla pubblicazione dei dati della cultura.
- 3. Linee guida per l’acquisizione, la circolazione e il riuso delle riproduzioni dei beni culturali in ambiente digitale. La linea guida inquadra il contesto normativo di riferimento, fornendo strumenti operativi (come diagrammi di flusso e tavole sinottiche) che permettono di individuare gli ambiti legislativi corretti, in funzione delle tipologie di bene culturale e delle modalità di riproduzione e acquisizione di immagini e materiali audiovisivi, in relazione alle diverse finalità di utilizzo e ai diritti d’autore eventualmente gravanti sui beni e sulle riproduzioni. L’obiettivo dell’allegato è mettere le istituzioni e gli utenti nelle condizioni di distinguere senza equivoci i limiti e le possibilità di riutilizzo delle riproduzioni rese disponibili in rete dagli istituti.
- 4. Linee guida per la classificazione di prodotti e servizi digitali, processi e modelli di gestione. Il documento illustra tre ambiti principali, tra loro interrelati: l’individuazione dei prodotti realizzabili e dei servizi erogabili; la definizione dei processi end-to-end; l’analisi dei modelli di gestione applicabili per la creazione di valore culturale, sociale ed economico. L’obiettivo consiste nel fornire agli istituti culturali una base conoscitiva per comprendere i pro e i contro delle diverse soluzioni adottabili, dacché le scelte devono essere effettuate in funzione del grado di maturità digitale e dopo aver attentamente valutato alcuni aspetti-chiave (es. target utenti e profilazione audience, base dati a disposizione, etc.).
- 5. Introduzione alla metodologia per la valutazione della maturità digitale degli istituti culturali. La capacità di analizzare il proprio livello iniziale di maturità digitale è un’opportunità fondamentale per un istituto culturale, poiché rappresenta la base conoscitiva su cui fondare l’intero progetto di trasformazione digitale. Il documento illustra i modelli di digital maturity assessment adottabili per gli istituti culturali, evidenziandone le opportunità di applicazione al patrimonio pubblico. L’obiettivo di lungo periodo è di definire la metodologia valutativa più appropriata per consentire alle istituzioni di comprendere con chiarezza il proprio livello iniziale e governare efficacemente la propria transizione digitale.