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A VALLE DELL’ANALISI DI CONTESTO: STABILIRE SE È UTILE CONSULTARE
Nel decidere se avviare una consultazione occorre valutare con attenzione quali sono i vantaggi che ne possono effettivamente conseguire .Nei casi in cui la decisione da prendere sia già stata sostanzialmente definita, i risultati della consultazione potrebbero non produrre effetti consistenti su di essa: ciò può avvenire, per esempio, quando la raccolta di contributi si colloca in una fase particolarmente avanzata del processo decisionale; oppure quando la decisione è in gran parte già determinata da vincoli normativi, politici o organizzativi e, pertanto, gli spazi aperti per le modifiche sono pochi.Un altro caso in cui è necessario valutare se procedere o meno alla consultazione dei cittadini è quello in cui la decisione deve essere presa con particolare urgenza. In questa ipotesi, progettare e svolgere una consultazione potrebbe essere rischioso perché indebolirebbe il ruolo della partecipazione a causa del limitato tempo disponibile per analizzare i contributi e per tenere conto degli stessi ai fini della decisione.
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In relazione ai casi in cui la decisione è già presa, si commenta: Su questo punto abbiamo visto naufragare molti processi partecipativi in Toscana: non attivati perché considerati in fase avanzata e poi cambiati mille volte (sottoattraversamento AV di Firenze), oppure aperti quando non erano chiari i margini per la decisione (es. dibattito pubblico per il Ponte di Signa). Quindi l’istruttoria in questa fase deve essere rigorosa per evitare di perdere tempo e risorse e ancora una volta tenere conto della presenza di mobilitazioni come segnale della necessità della consultazione stessa.
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