Qualità della partecipazione pubblica
Principi e strumenti per realizzare processi partecipativi efficaci e inclusivi
Cos'è per noi la partecipazione pubblica di qualità?
Serenella Paci (AIP2)
Chiara Pignaris (AIP2)
Roberta Caffarotti (MASE)
Giandiego Càrastro (Argomenti 2000)
Roberto D’Ambrogio (AIP2)
Alberto Di Capua (Il Parco che vogliamo)
Andrea Gelao (consulente Formez)
Giuliana Gemini (Sai Che Puoi)
Susan George (AIP2)
Angela Nasso (consulente Formez)
Ilaria Vitellio (consulente Formez)
Video-registrazione
Alcune parti dell'incontro verranno video-registrate per mettere a disposizione il video ai non presenti.Primo incontro online tra chi ha interesse a partecipare all’area di lavoro, per conoscerci e per confrontarci sui criteri che possono garantire la qualità dei processi partecipativi.
L’incontro sarà gestito con una metodologia leggera e informale, che prevede momenti di dialogo a piccoli gruppi e momenti di condivisione in plenaria ed è aperto a tutte le persone che sono interessate a migliorare la qualità della partecipazione pubblica, anche se non esperte della materia.
Partecipanti presenti
Resoconto dell'incontro
Ore 15 - Dopo una breve autopresentazione iniziale dei partecipanti, sono lanciate da Aip2 tramite la piattaforma interattiva Mentimeter due domande di “riscaldamento”:
1. Quali aggettivi ti vengono in mente per definire un percorso partecipativo di qualità?
2. Quali tra i 5 criteri minimi di qualità (individuati dal Team dell’Hub) ti sembrano più determinanti per garantire la qualità?
La discussione di gruppo evidenzia alcune considerazioni condivise: tutti e 5 i principi sono fondamentali e devono essere garantiti in un processo partecipativo; il principio di informazione per alcuni è dato per scontato ma ad esso deve essere posta particolare cura poiché è alla base di un percorso partecipativo; l’efficacia serve perché i cittadini tornino ad aver fiducia nella partecipazione per le politiche pubbliche, perché non si faccia solo “palestra di partecipazione”-
Riguardo alla domanda se questi 5 principi siano sufficienti, viene evidenziato che manca un principio importante per rendere efficace un processo partecipativo: il rispetto del “patto partecipativo” concordato con le persone che sono chiamate a portare il loro contributo. Inoltre, la parola “esito” rischia di essere interpretata solo in chiave quantitativa (quante persone hanno partecipato) mentre forse sarebbe più efficace parlare di “effetti” dei processi partecipativi, quali l’attivazione della capacità delle persone di proseguire il processo in autonomia, di prendersi cura delle proposte individuate all’interno dei processi partecipativi, di gemmare altre pratiche.
Seguono un approfondimento di gruppo sul principio di "informazione" e una riflessione sulla domanda: "Cosa possiamo fare per promuovere una partecipazione pubblica di qualità?"
Le prime proposte, da approfondire nel prossimo incontro, sono:
Suggerire alle pubbliche amministrazioni che vogliono promuovere percorsi partecipativi di prevedere un tempo e un budget dedicati alla preparazione, all’ascolto iniziale (Outreach), indispensabile per creare un clima di fiducia e per condividere il “patto partecipativo” che permette di creare un clima di fiducia.
Usare gli aneddoti per stimolare in modo "leggero" i politici, ma anche la nostra Comunità di pratiche, a comprendere gli errori che facciamo, a vedere le conseguenze che certi atteggiamenti o modi di agire possono produrre.
Riprendere in mano il profilo del Tecnico delle attività di progettazione, gestione e facilitazione di processi partecipativi esistente in 4 Regioni e nell’Atlante del Lavoro, aggiornando le competenze e divulgandole anche presso la PA per iniziare a immaginare una figura di “esperto della gestione di processi partecipativi” interna alla PA.
Video dell'incontro:
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4 commenti
Conversazioni con Ermi
Ho ascoltato 2 volte il video dell'incontro per comprendere con attenzione la realtà dentro la quale vi state muovendo.
Ho fatto un primo tentativo intervenendo su la chat dedicata a "Cosa possiamo fare per promuovere una partecipazione pubblica di qualità". Stante l'assenza di contributi da parte di chi ha deciso di partecipare, ho tentato di esprimere il mio pensiero utilizzando lo spazio dei commenti che sono contingentati a 1000 caratteri. Ritengo che tale limite fosse giustamente dettato dal timore di avere post di dimensione illimitata e che potrebbero disincentivare un dibattito costruttivo. Ho rilevato che tale limite per singolo post non è fiscalmente controllato da AI e ne ha accettati altri in sequenza. Poi sul più bello ha comprensibilmente deciso di bloccare questa mia strategia per poter presentare le mie idee e far una proposta operativa a sostegno della concretizzazione della tematica specifica di riferimento. Dovreste aprire anche a qualche modalità partecipative
Per presentare una proposta operativa può utilizzare la pagina PROPOSTE del menù dell'area di lavoro (barra in alto sotto al titolo "Qualità della partecipazione pubblica"). Cliccando sul pulsante verde "NUOVA PROPOSTA" può avviare un confronto con i visitatori dell'Hub che avranno voglia di commentarla.
Conversazioni con Ermi
Vorrei sapere chi ha il compito di fare questo controllo per ultimare i concetti. Gli stessi concetti stanno anche a monte dei miei contributi sulle tematiche specifiche di questa chat.
A mio avviso ragionando sulle riflessioni fatte dai partecipanti, osservo che è stato un interessante e realistico dibattito sulle problematiche che state vivendo che ha denotato la quasi assenza sia di una presenza di cittadini e associazioni attive che di politici interessati alla partecipazione dei loro cittadini per un governo aperto a loro. Sicuramente molti cittadini vanno educati alla partecipazione ma lo stesso vale anche per i politici di turno.
Per quanto mi riguarda ritengo una vostra inerfaccia per portarvi le esigenze dei cittadini per credere che la proposta che viene dalla PA sia credibile. I punti e gli spunti proposti nel documento sono tutti fondamentali e vanno riassemblati con criteri parzialmente diversi da quelli prospettati. Forse una videoconfereza di lavoro sarebbe utile.
Mi dispiace che non abbia potuto partecipare ai primi due momenti di confronto in videoconferenza. Faremo sicuramente altri incontri e potrebbe essere interessante confrontare diverse visioni su come accorpare gli esiti emersi.
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