Partecipazione per la qualità delle opere pubbliche
Il dibattito pubblico come strumento di ascolto dei cittadini nella progettazione delle grandi opere pubbliche
Dibattito (pubblico) opere-territorio: facciamolo funzionare!
IAF
Fondaca
Forum Disuguaglianze e Divrsità
Più Democrazia Italia
AIP2 Italia
Task Force Open Gov
Hanno partecipato anche:
- alcuni consulenti liberi professionisti
- alcuni liberi cittadini
Il rapporto fra chi propone le opere e il territorio che dovrebbe accoglierle è un elemento critico e deve funzionare anche oltre le richieste della normativa. A vantaggio di tutti.
Questo è il tema dell’incontro aperto organizzato dalla comunità di pratica sul Dibattito Pubblico, all’interno dell’HUB Partecipazione, in cui vorremmo raccogliere idee e proposte su come promuovere il fondamentale rapporto opere-territorio.
l’Italia si è dotata nel 2016 di una normativa sul Dibattito Pubblico che l’attuale Governo ha deciso di semplificare drasticamente riducendo molto l’interazione virtuosa fra chi propone un’opera e il territorio che dovrebbe accoglierla.
Ma un rapporto opere-territorio ben funzionante migliora i progetti e accelera le procedure. Questo emerge da decine di studi e di buone pratiche in tutto il mondo.
Questo gruppo si è dato il compito di analizzare i processi di dibattito pubblico e soprattutto di diffondere informazione e promuovere la cultura della relazione opere-territorio. In questo includiamo anche le azioni volontarie che pur discostandosi dallo schema ufficiale ne mantengono l’obiettivo, cioè di far funzionare questa importante relazione a beneficio dei (buoni) progetti e nel rispetto dei territori. Con vantaggi per tutti.
L’incontro è aperto, chiunque partecipi è la persona giusta, il link Zoom sarà inviato agli iscritti e sarà disponibile qua sotto pochi minuti prima dell'incontro.
È raccomandata anche l'iscrizione all’ HUB Partecipazione, per rimandere in contatto con l'Hub e con questa Area di lavoro, e per essere sempre aggiornati su cosa si sta facendo per migliorare la partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche.
Resoconto dell'incontro
L’incontro è iniziato alle 15:07
Fabio Riva ha introdotto il tema spiegando anche la collocazione della comunità di pratica all’interno dell’HUB e come questo sia stato prodotto nell’ambito dei lavori del NAP5 dell’Open government Partnership.
Ha illustrato la situazione della normativa sul Dibattito Pubblico che dalla versione iniziale del 2016 l’attuale Governo ne ha definito una versione alleggerita in cui non c’è più un vero dibattito ma solo una consultazione. Quindi in questo momento le azioni volontarie sono fondamentali per mantenere vivo il rapporto fra opere pubbliche e territorio e ci sono molti esempi di progetti, anche non obbligati per legge ad un Dibattito Pubblico, per i quali si è seguito, con successo, un processo di coinvolgimento del territorio o di progettazione partecipata
Emma Amiconi ha sottolineato l’importanza degli strumenti di democrazia partecipativa, e quindi del Dibattito Pubblico, anche in coerenza con le finalità del Programma Open Gov che promuove la trasparenza e l’integrità dell’azione pubblica e la tutela dello spazio civico. In questo senso si muove questa comunità di pratica. Ricorda che l’obiettivo dell’incontro è quello di verificare le possibilità effettive di questo gruppo, in termini di azioni di divulgazione e di individuazione di nuovi interlocutori, in funzione della costruzione di un programma di lavoro comune.
Poi la parola è passata ai partecipanti che hanno espresso posizioni, idee e opinioni sul tema:
Cosa si può fare per ampliare e migliorare la relazione fra chi propone un’opera e il territorio che la dovrebbe accogliere? Ci può essere un modello da seguire?
Alcuni liberi professionisti intervenuti hanno sottolineato quanto sia importante la qualità del dibattito (oltre che l’ampiezza) per garantire la qualità delle opere pubbliche soprattutto quelle dei grandi attori come RFI o ANAS.
È stato sottolineato quanto sia importante la qualità del dibattito (oltre che l’ampiezza) per garantire la qualità delle opere pubbliche soprattutto quelle dei grandi attori come RFI o ANAS.
Serve un vero monitoraggio civico articolato in più modi a seconda degli attori, dei ruoli e delle competenze e dei contributi che possono dare.
In altri termini : cosa può fare il cittadino nei confronti delle opere?
Per definire il contributo del territorio nei confronti delle opere occorre distinguere quindi una cittadinanza scientifica, in grado di dibattere su contenuti progettuali più complessi e una cittadinanza meno tecnica, portatrice di valori e di conoscenze del proprio territorio.
Entrambi questi gruppi di soggetti devono avere il loro ruolo e la possibilità di potersi esprimere. Non basta l’informazione e dalla partecipazione occorre arrivare alla co-progettazione. Inoltre non basta l’informazione e dalla partecipazione occorre arrivare alla co-progettazione.
Per Più Democrazia Italia piuttosto evidente che l’impianto attuale della normativa del Dibattito Pubblico non scalfisce la situazione di contrasto fra opere e territorio dove il promotore spesso è in conflitto di interessi.
Troppo spesso il Dibattito Pubblico è inteso come come legittimazione di decisioni prese altrove e quindi manchi la disponibilità sincera a modificare i progetti e a prendere in seria considerazione le osservazioni del territorio.
Si parla molto del ponte sullo stretto, ma non c’è un vero dibattito e nessuno si è reso promotore di una partecipazione vera. Anche il MASE ha rilevato molte incongruenze e punti deboli.
Una proposta emersa è quindi dotarsi di una piattaforma basata su decidim che possa effettivamente raccogliere le istanze del territorio.
Riguardo alla partecipazione ci sono esempi significativi come l’assemblea del comitato su viabilità che va da Brennero al Lago di Garda dove c’erano circa 2000 persone. Da notare che nella procedura VIA c’è un pseudo spazio di interlocuzione con possibilità molto limitate.
Una proposta è che nell’interlocuzione con il territorio ci sia una pre assemblea, prima che inizi la progettazione, cioè in fase di pianificazione, con proposte tecniche da discutere in un’assemblea dove sono presenti tutte le parti.
In ogni modo il processo di dialogo con il territorio deve essere comunque una scelta politica che scaturisce dal confronto con i candidati a posizioni amministrative o politiche che fanno proprie le proposte riguardo alle modalità di relazione fra chi propone le opere e il territorio.
Fabio Riva ricorda che esistono molti casi di grandi e media infrastrutture sul territorio - ad esempio delle Rete Elettrica Nazionale - che già seguono, con successo, un processo volontario di concertazione e dialogo con il territorio che inizia in fase di pianificazione e prosegue fino a opera realizzata e a volte anche oltre. Questo significa che è un modello che dà vantaggi in termini di tempi e risorse.
Occorre far notare che nell’assetto normativo attuale è esclusa l’opzione zero, cioè si parte dal presupposto che un’opera proposta, sia pur oggetto di Dibattito Pubblico, comunque sarà realizzata.
S. fa notare che nell’assetto normativo attuale è esclusa l’opzione zero, cioè si parte dal presupposto che un’opera proposta, sia pur oggetto di Dibattito Pubblico, comunque sarà realizzata. Emerge anche quanto poco peso abbiano le voci del territorio nell’interlocuzione con i proponenti e porta ad esempio il progetto del Bypass Ferroviario di Trento nel cui dibattito il parere del comitato non è stato ascoltato.
Nella discussione vengono proposte azioni dal basso per modificare la norma sul Dibattito Pubblico attraverso petizioni, referendum e altre istanze popolari da sottoporre al Governo che a seguito di queste spinte potrà rivedere la normativa allargando i termini del dibattito.
Emma Amiconi ricorda che questo è un gruppo che si muove all’interno del programma Open Gov Italia, il suo mandato è legato specialmente alla divulgazione delle informazioni e alla diffusione di una cultura favorevole e aperta alla partecipazione dei cittadini. Ricorda quindi le attività già svolte nei mesi passati, tra le quali l’organizzazione di un seminario on line sulle esperienze di Dibattito Pubblico e la produzione di “pillole” informative. Restando necessariamente vincolati alle finalità del programma Open Gov e tenendo conto che ci troviamo in un periodo storico in cui la sensibilità del Governo su questi temi è limitata, suggerisce quindi di individuare azioni alla nostra portata in direzione dell’obiettivo di contribuire a migliorare il rapporto fra chi le opere le deve fare e il territorio che le deve accogliere.
IAF Italia illustra il punto di vista da facilitatore. In particolare, riguardo a ruolo e competenze del coordinatore del Dibattito Pubblico, ci si chiede se sia sufficiente garantire la neutralità del processo o debba anche avere anche forti competenze tecniche per poter gestire e interpretare i contenuti complessi che sempre caratterizzano le opere pubbliche.
Da ultimo viene fatta la proposta di coinvolgere e sensibilizzare associazioni nazionali le cui sezioni locali e/o regionali si sono espresse nel corso di procedure di DP (Legambiente, Italia Nostra, ma anche associazioni di categoria).
L’incontro si è concluso alle 16:15. I coordinatori si sono impegnati a riflettere, alla luce dei contributi raccolti, sulla praticabilità delle proposte emerse.
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10 commenti
Il resoconto della Riunione mi sembra fedele ed esplicativo. Segnalo solo che in fondo vendono menzionate della Associazioni ma non viene menzionato il Comitato Più Democrazia Italia dove ci sono stati diversi interventi poi inseriti nel resoconto.
Fondamentale pubblicizzare i risultati ottenuti dai DP, organizzati anche prima del nuovo codice appalti, per dare valore all'importanza dello strumento nel contribuire a progettar opere più in linea con i bisogni della comunità e allo stesso tempo rispettose del territorio
- attivare spazi di dialogo con le Regioni che hanno attive leggi regionali sulla partecipazione e/o maggiormente motivate sul tema della democrazia deliberativa, per sostenere lo strumento del DP (e/o processi partecipativi di ascolto su grandi opere) ad es. con politiche locali/ finanziamenti ad hoc? (ad es. innestandosi con le Leggi Regionali di Governo del territorio, ecc...)
Conversazioni con ADM
Potrebbe essere utile migliorare l'efficacia del dibattito pubblico dandogli più spazio nell'intera vita utile dell'opera e quindi cronologicamente in più fasi decisionali dell'appalto pubblico dalla co-progettazione alla co-gestione dell'opera.
Con l'"ultima parola" però sempre spettante ai Cittadini, veri fruitori, finanziatori e beneficairi PERMANENTI dell'opera per anni...laddove governi e parlamenti passano, insieme ad ogni interesse - prevalentemente elettorale ed autoreferenziale - del momento...
In linea generale, per completezza di discussione, potrebbero essere approfonditi i temi delle lobby e dei caratteri tassonomici delle democrazie rappresentative nelle opere pubbliche a diverse scale territoriali.
Interessante come approccio....partendo da?
Con riferimento alla qualità delle opere pubbliche connessa alle altre aree di lavoro e come possibile motore della partecipazione direi dalla "bellezza" e dal comprendere applicativamente :
1) la frase "la bellezza salverà il mondo" come il titolo di un libro del filosofo, romanziere e pensatore Russo Fëdor Dostoevskij vissuto nel 1800;
2) la frase di Eugenio Montale in una poesia "Il genio purtroppo non parla per bocca sua".
https://www.buildnews.it/articolo/ponte-stretto-messina-cronoprogramma
(Collegamento esterno) Con questa arroganza di potere governativo - spesso e volentieri delegato dal legislatore - e sopraffazione "partecipativa" perchè - attraverso il Dibattito Pubblico - un cittadino dovrebbe sentirsi in dovere di "legittimare" quanto già forzosamente deciso e stabilito in altre stanze, addirittura per acellerare e semplificare ogni processo autoirizzativo-realizzativo sul territorio interessato?
Concordo perfettamente con Sgr_PDI
Scusate una domanda ma come si legge qui https://www.iltquotidiano.it/articoli/bypass-di-trento-i-costi-si-alzano-13-miliardi-di-euro/ pare che il documento del progetto non sia stato presentato manco al Comune di Trento e alla Provincia è normale?. Non ci dovrebbe essere un obbligo di legge di trasparenza?.
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