Verso una piena inclusione delle persone con disabilità
#disabilità Contributi, proposte e best practices per la piena inclusione delle persone con disabilità
Fase 3 – Conferenza nazionale e relazione conclusiva trasmessa al Parlamento
13/12/2021 - 13/03/2022
Fasi del processo
Verso una piena inclusione delle persone con disabilità “invisibile”- parte descrittiva adhd
La sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo neuropsichico e rientra tra i disturbi del neurosviluppo (DSM 5), insieme a DSA, Disabilità intellettiva, Autismo e Disturbi della sfera Motoria ed è uno dei più comuni disordini dell'età evolutiva (infanzia e fase adolescenziale) e ne condiziona lo sviluppo. Secondo il DSM V (MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTURBI MENTALI) l’'ADHD colpisce il 5% in età evolutiva e nella maggior parte dei casi persiste anche in età adulta (3%) compromettendo il funzionamento sociale, scolastico e professionale. In termini numerici esemplificativi ogni 100 bambini ce ne sono 5 e in ogni classe almeno 2.
L’ADHD compromette significativamente il funzionamento personale, sociale, scolastico, lavorativo e famigliare. È una vera e propria “disabilità progressiva” che non colpisce soltanto l’individuo che ne è affetto ma il contesto famigliare integralmente. Impedisce altresì di mantenere i normali ritmi di apprendimento soprattutto nel contesto scolastico e condiziona pesantemente possibilità di relazione e di sviluppo psico sociale.
ADOLESCENZA
In adolescenza, il disturbo comporta un’alta rischiosità per problematiche psicosociali, con sintomi internalizzanti e di tipo alimentari per le ragazze e legati alle dipendenze di ogni TIPO nei ragazzi.Studi americani sugli arresti nello stato del Wisconsin dimostrano anche l’elevata percentuale di diagnosi ADHD nella popolazione detenuta, sia adulta (Wojcik, et al., 2017) che adolescente (Golden et al., 2003). La prevalenza dell’ADHD in carcere è stimata a circa il 25,5%- 30 % adulti e 50% per i minori.
In base a quanto riportato nelle recenti “Linee di indirizzo sui disturbi neuropsichiatrici e neuropsichici dell’infanzia e dell’adolescenza”, l’ADHD insieme agli altri disturbi del neurosviluppo “rappresenta un ambito pediatrico di particolare per la salute pubblica, perché estremamente frequente, spesso con manifestazione cronica e complessa.
L’ADHD compromette significativamente il funzionamento personale, sociale, scolastico, lavorativo e famigliare. È una vera e propria “disabilità progressiva” che non colpisce soltanto l’individuo che ne è affetto ma il contesto famigliare integralmente. Impedisce altresì di mantenere i normali ritmi di apprendimento soprattutto nel contesto scolastico e condiziona pesantemente possibilità di relazione e di sviluppo psico sociale.
ADOLESCENZA
In adolescenza, il disturbo comporta un’alta rischiosità per problematiche psicosociali, con sintomi internalizzanti e di tipo alimentari per le ragazze e legati alle dipendenze di ogni TIPO nei ragazzi.Studi americani sugli arresti nello stato del Wisconsin dimostrano anche l’elevata percentuale di diagnosi ADHD nella popolazione detenuta, sia adulta (Wojcik, et al., 2017) che adolescente (Golden et al., 2003). La prevalenza dell’ADHD in carcere è stimata a circa il 25,5%- 30 % adulti e 50% per i minori.
In base a quanto riportato nelle recenti “Linee di indirizzo sui disturbi neuropsichiatrici e neuropsichici dell’infanzia e dell’adolescenza”, l’ADHD insieme agli altri disturbi del neurosviluppo “rappresenta un ambito pediatrico di particolare per la salute pubblica, perché estremamente frequente, spesso con manifestazione cronica e complessa.
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