Verso il nuovo Piano nazionale per la famiglia
#PianoNazionaleFamiglia Raccolta di contributi, commenti e suggerimenti
Fase 6 - Report sui Commenti allo Schema di Piano Nazionale per la Famiglia
19/07/2022 - 31/07/2022
Process phases
Per una demografia sostenibile:
Le proposte del Centro Italiano Femminile, associazione femminile storica di ispirazione cattolica e che si basano sul convincimento che le dinamiche demografiche rispondono assai più alla “storia della mentalità”, ovvero alla “storia delle culture”, che alle direttive politiche dei governi. Per questo il CIF è convinto che l’obiettivo di fondo sia quello di puntare ad una società più equa e generativa stabilendo un giusto riequilibrio dinamico della popolazione che consenta al Paese uno sviluppo sostenibile. Tale equilibrio comporta: 1. sostenere la natalità (costo dei figli); 2. rendere più equa la distribuzione delle risorse fra le generazioni secondo criteri di solidarietà e reciprocità anziché di concorrenza conflittuale; 3. considerare la famiglia chiave di volta della questione demografica in base a quattro pilastri: A) conciliazione famiglia lavoro intesa come sostegno alle relazioni fra i membri della famiglia; B) contratti relazionali che badino sia all’aspetto economico che normativo dell’attività professionale; C) politiche abitative; D) equilibrio della offerta culturale tra le varie aree del Paese; E) incentivare la cultura della “vita”; F) avviare un “Welfare per la vita” che riconosca la centralità della maternità per la sopravvivenza e lo sviluppo della società e che si impegni ad assicurare alle donne un’autentica libertà di essere madri; G) promuovere una campagna di vera informazione sul ruolo svolto da media nel mettere a fuoco le cause e le conseguenze del problema demografico ed anche nella visione del “tempo di vita” che se assolutizzato solo sul presente, porta al consumismo e all’egotismo. Va ricordato che la questione demografica essendo somma e prodotto di addendi e fattori, non può essere risolta soltanto con incentivi economici come del resto l’esperienza dei Paesi nordici dimostra. L’Italia sconta la difficoltà delle politiche economiche e insieme la mancanza di attenzione rivolta negli ultimi vent’anni alla qualità dello sviluppo.
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