Verso una piena inclusione delle persone con disabilità
#disabilità Contributi, proposte e best practices per la piena inclusione delle persone con disabilità
Salute, Telemedicina e domiciliarità: l’esempio ViVA nella sclerosi multipla
Salute, domiciliarità e accesso tempestivo alle cure sono il presupposto di una vita indipendente che favorisca inclusione e partecipazione delle persone con disabilità. Come evidenziato nella Missione 6 del PNRR, la telemedicina è uno strumento efficace e può garantire prossimità, tempestività e mitigare il rischio di disabilità conseguente a malattie cronico-degenerative.
La telemedicina può quindi essere determinante nella gestione di patologie come la Sclerosi Multipla, che colpisce oltre 118.000 persone in Italia, con una crescita di 3.400 nuovi casi all'anno. La diagnosi tempestiva, l’accesso alle terapie e il monitoraggio sono cruciali per ridurre il rischio di progressione verso la disabilità. La pandemia da Covid-19 ha ridotto l’accesso alle cure, aumentando il rischio di disabilità.
L’assenza di una normativa nazionale aggiornata sulla Telemedicina, la mancanza di protocolli e infrastrutture digitali consolidati, ne hanno limitato le potenzialità.
ViVA, Virtual Visit Assessment, è un modello di visita neurologica virtuale che risponde a queste sfide. Ideato da Novartis e costruito insieme a clinici di centri specializzati, è un protocollo strutturato in 3 momenti: prima, durante e dopo la visita, durante i quali medico e paziente sono guidati nell’interazione, utilizzando test fisici e di autovalutazione clinicamente approvati, questionari e monitoraggio a distanza.
ViVA può essere utilizzato con qualsiasi piattaforma, lasciando a medico e paziente la scelta di quella con cui hanno maggiore confidenza.
A parità di risultato ed efficacia, si è osservata una riduzione dei tempi di visita: da 30 a 20 minuti. Positive le risposte dei pazienti che apprezzano la continuità di relazione con il medico e la possibilità di non recarsi fisicamente al Centro.
ViVA è già una realtà in 15 centri italiani. Nel 2021 il Neurological Sciences ha pubblicato un articolo nel quale ne descrive i vantaggi clinici.
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